Immergersi sulla Haven

Scendere nel blu per incontrare questo gigante del mare che giace sul fondo da quasi trent’anni è un’esperienza unica. Ho incontrato alcuni fortunati che hanno fatto questa esperienza e nei loro occhi, ancora umidi dall’emozione, ho letto una storia che purtroppo non ho ancora vissuto ma vi voglio comunque raccontare sulla base di quanto loro mi hanno descritto.

Cosa successe?

L’11 aprile 1991 la Amoco Mildford Haven, una superpetroliera battente bandiera cipriota, del tipo VLCC (Very Large Crude Carrier), di 344 metri di lunghezza e 51 di larghezza, si trovava all’ancora nella rada di Genova, intenta al travaso del greggio rimasto dalle cisterne laterali a quelle centrali. Poco dopo mezzogiorno, nella zona prodiera, in corrispondenza delle cisterne 1 e 2, si verificò un’esplosione che causò un incendio importante. Fu dato immediatamente l’allarme e numerosi mezzi nautici si portarono vicino alla nave per mettere in salvo l’equipaggio ed i tecnici presenti a bordo.

Purtroppo il comandante Petros Grigorakakis e altre quattro persone perirono nell’incendio successivo alla prima esplosione. L’aumento delle temperature provocò un progressivo riscaldamento delle cisterne integre con un aumento della loro pressione interna che determinò lo sfondamento dei portelli e delle relative strutture. Alle ore 13.00 circa si verificò una nuova esplosione, che causò la rottura della catena di ancoraggio e la deriva della nave verso ponente, spinta dalle correnti.

I gravi danni allo scafo portarono la Haven ad affondare di prua mentre gli incendi si susseguivano in tutta l’opera morta in corrispondenza del carico. Nel pomeriggio dell’11 aprile l’incendio arrivò alla sovrastruttura poppiera, con continue esplosioni di cui una aprì una grossa falla sulla fiancata sinistra della nave in corrispondenza della cisterna 5P e della cassa principale di sinistra della nafta del motore propulsore. Tutto intorno in mare si distribuì il greggio in fiamme, mostrando agli occhi dei soccorritori una situazione infernale. Il 12 aprile fu tentato il rimorchio della nave ma, durante il transito, essa si spezzò in due. Il troncone prodiero, lungo circa 95 metri, affondò su un fondale di circa 480 metri, mentre quello poppiero continuò a galleggiare fino al 14 aprile quando si posò al largo di Arenzano alla profondità di circa 80 metri. Complessivamente l’incendio durò circa 70 ore, ovvero fino al completo affondamento della nave. Le conseguenze per l’ambiente furono da subito drammatiche e si generò un inquinamento senza precedenti in un’area estesa tra Genova a Savona.

Il relitto più grande del Mediterraneo

La Haven, considerata uno dei più grandi relitti del mondo visitabili dai subacquei, è diventata nel tempo una meta ambita per le immersioni. Va premesso che, a causa delle notevoli profondità in gioco, l’immersione presenta una complessità tale da essere adatta a subacquei esperti. In particolare, come è noto, la profondità limita fortemente i tempi di permanenza sul relitto per cui, utilizzando aria e limitandoci ai 45 metri, dopo pochi minuti si esce fuori della curva di non decompressione, un tempo troppo limitato per la visita di questo grande relitto. La configurazione tecnica consente di poter raggiungere l’elica, a circa 80 metri, utilizzando una miscela Trimix.  

Volendo, il relitto può essere visitato, scendendo anche fino a 54 metri ad aria, utilizzando delle bombole aggiuntive caricate con EAN 50 (in sidemount) per ridurre i tempi di decompressione. In questo caso il tempo di fondo può essere portato a 20 minuti, con un tempo totale di immersione di circa 70-75 minuti. Non prendete questi numeri come oro colato, ma effettuate sempre la vostra pianificazione di dettaglio, consigliandovi con le guide che vi accompagneranno. Ricordatevi sempre che la sicurezza deve essere sempre prioritaria in qualsiasi immersione. Per i subacquei tecnici, utilizzando una miscela Trimix, è possibile raggiungere anche la grande l’elica, a circa 80 metri di profondità, allungando i tempi di immersione, ma non è da tutti.  

Il racconto degli altri

Premesso quanto sopra, il relitto appare essere molto più sicuro di tanti altri siti d’immersione: è ben pedagnato, sono presenti postazioni di decompressione armate con bombole e due erogatori, e si può scendere solo con una guida esperta (cosa da non trascurare). Dal punto di vista ambientale presenta una buona visibilità e non sempre c’è corrente. Negli interni valgono le regole di controllo dell’assetto insegnate nei corsi di wreck e cave diving per non alzare la sospensione.

L’importante è, come premesso, comprendere i propri limiti, stabilendo, nella fase di pianificazione, lo schema di immersione più adatto alla vostra preparazione ed addestramento.

Senza entrare nei particolari ritengo che debba essere sottolineato che, a parte le sempre possibili avarie tecniche dei materiali impiegati, spesso gli incidenti sono dovuti ad errori nella pianificazione delle immersioni da parte dei subacquei. Ricordatevi che i diving locali, per ovvi motivi di sicurezza, richiedono sulle bombole un doppio primo stadio, una configurazione che dovrebbe, a mio avviso, essere sempre adottata in qualsiasi immersione decompressiva o comunque profonda per ridurre il rischio di un’avaria del primo stadio. Nel caso, assicuratevi di essere in grado di chiudere il rubinetto del primo stadio in avaria.

Torniamo alla Haven

Per capire meglio cosa vi aspetta, consiglio la lettura del libro “Petroliera Milford Haven. L’ultimo sospiro” di Cristina Freghieri e dell’interessante sito di Agostino Chiappe dal quale sono state estratte molte delle informazioni contenute in questo articolo. Altre informazioni possono essere ricavate sull’eccellente sito www.marpola.it dal quale sono state estratte alcune immagini e disegni.

Non avendo avuto ancora la possibilità di immergermi sul relitto, riporto le informazioni che ho ricevuto da diversi subacquei che hanno effettuato le immersioni sulla Haven. I parametri dell’immersione di cui parleremo non sono ovviamente da prendere in maniera tassativa ed esistono numerosi profili di immersione per la visita del relitto, più o meno complessi, adatti alle diverse esperienze.

Immergiamoci ora “virtualmente” verso la Haven

Dopo quasi trent’anni, lo scafo del grande relitto si presenta ormai completamente colonizzato da una ricca fauna bentonica. Il troncone visitabile della Haven giace in assetto di navigazione ed è interamente percorribile, sia in lunghezza che in penetrazione, immergendosi a profondità comprese tra i 35 e i 75 metri. Nel corso degli anni la sezione poppiera dietro il castello, che ospita i grandi argani e le bitte di ancoraggio, è gradualmente collassata a causa dei cedimenti strutturali verificatisi sottocoperta. Questo ha comportato che la coperta della nave appare inclinata verso il centro poppiero di fatto, implodendo e formando una depressione che raggiunge oltre i 6o metri di profondità nel punto centrale.

Comunque tutta la lunghezza della prua è ancora percorribile per circa 150 metri, con un tempo di fondo minimo, di andata e ritorno, di circa 25 minuti a 54 metri di profondità. La parte anteriore della “Haven” termina con un impressionante taglio verticale, molto frastagliato. L’esplorazione di questa sezione è strettamente riservata ad immersioni in miscela ipossica e solo a subacquei con un alto grado di addestramento per cui non viene normalmente effettuata dai diving.

Le immersioni ricreative sono normalmente eseguite scendendo lungo la cima direttamente fino alla controplancia a circa 34 metri di profondità da dove si discende verso il ponte inferiore per entrare nel cassero di poppa dalla porta centrale posta a poppavia e vedere la cabina del Capitano della nave.

Tenendo alle spalle il locale radio, si percorre un piccolo corridoio dove a sinistra incontriamo la sala nautica e, a destra, gli ampi finestroni della plancia comando, un ampio locale completamente spoglio e privo di ostacoli, circondato da ampie aperture che si affacciano nel blu. Un impressione forte che permette, con buona visibilità, di intravedere la sagoma del ponte di coperta che si trova una ventina di metri più sotto (a circa 55 metri). Uscendo dalla plancia è possibile raggiungere quello che resta dell’enorme fumaiolo, che fu accorciato di una decina di metri per non intralciare la navigazione delle navi dirette verso il Porto Petroli di Genova.

La sua parte superiore arriva a circa 32 metri. Sembra incredibile vedere quanta vita abbia colonizzato il relitto. La vittoria della vita sulla morte causata da questo grave incidente. Dopo aver fatto un giro intorno al fumaiolo, si ritorna verso il cassero di poppa e sulla controplancia, abitata da un grosso grongo che fa capolino fra le infrastrutture contorte.

A questo punto (dopo circa 25 minuti di fondo) si risale lentamente verso la superficie. Dopo il primo stop, dopo aver raggiunto i 25 metri di profondità dalla superficie, in risalita si può incominciare a respirare l’EAN 50 (se disponibile) fino al nuovo deco stop a 15 metri, per poi portarci fino ai tre metri, quota alla quale viene effettuato l’ultimo stop di decompressione. Per pianificare i tempi di decompressione riferitevi sempre alle tabelle ma controllate anche il vostro computer.

Attenzione!!! La Haven è sottoposta a regime di area protetta dalla Capitaneria di Porto di Genova, che ha disciplinato le immersioni e l’accesso sul relitto. L’ordinanza n. 305 del 28 settembre 1999 prevede la possibilità di immergersi, se in possesso del brevetto corrispondente alla propria quota di immersione, solo ed esclusivamente con la presenza di una barca d’appoggio ed accompagnati da una guida in possesso di rate professionali adeguati. Il rapporto guida-subacquei per il relitto della “Haven” è di 3 a 1. Inoltre, si consiglia di informarsi presso la locale Capitaneria di Porto per verificare se ci siano state varianti all’ordinanza 75/2014 del Regolamento per il diporto.

Bibliografia: Andrea Mucedola – ocean4future.org


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Pier Paolo "Gus" Liuzzo

Mi chiamo Pier Paolo Liuzzo. Vivo a Tortona, una piccola città in provincia di Alessandria, a metà strada tra Milano e Genova. Pilota di linea ed amante del mare; di quello che conserva e racchiude fra le sue acque.

https://www.gusdiver.com

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