Luoghi Comuni della Subacquea

In caso di acquisto di biglietto andata/ritorno, il viaggio di andata deve essere effettuato prima di quello di ritorno

BATTUTA televisiva di un noto comico italiano

Chi di noi, che mastica questo argomento, non ha mai avuto la sensazione che quelle persone che fanno le regole della subacquea siano lo stesso tipo di persone che sono riusciti a redigere, nel tempo, le sofisticate ed infrangibili regole del galateo?

Come devo sedermi? Quale posata devo prendere per prima? Qual’è il bicchiere del vino? E quello dell’acqua?

Io personalmente (consapevole che una volta che questo articolo sarà online verrò tacciato come eretico) dico: “Se secondo voi è giusto fare così, c’è un posto anche per voi al tavolo delle “aprioristiche abitudini della subacquea”

Per carità! Non pensate male! NON sono un pazzo suicida o uno che vuole istigare le persone al suicidio! Sono il primo che vuole dormire nel suo letto alla sera dopo ogni immersione! Non voglio minimamente dire che bisogna rivedere (o addirittura abrogare) tutti i dettami della subacquea finalizzati a farci riemergere in sicurezza e senza intoppi, bensì semplicemente rivederli insieme, con una buona dose di critica costruttiva, per vedere dove trovare una via di mezzo nell’applicare queste regole, pur rimandendo in SICUREZZA.

Premetto che molte regole tecniche sono ormai consolidate ed INVALICALIBILI! Detto questo ora passiamo ad analizzare insieme delle regole dogmatiche di subacquea (che ci vengono insegnate fin dal primo giorno di corso OWD), che secondo me, possono essere tranquillamente messe in discussione.

1. RIEMERGERE SEMPRE CON ALMENO 50 BAR NELLA BOMBOLA

Perchè? Hanno un valore economico? Li possiamo scambiare con qualcosa o con qualcuno? Li possiamo vendere al migliore offerente?

Dovremmo essere tutti a conoscenza dell’efficacia delle tappe di decompressione e/o della sosta di sicurezza (3 minuti a 5 metri) e soprattutto conoscere bene l’effettivo consumo di aria dai 9 ai 3 metri. Se non è così, rinfreschiamoci un pochino la memoria (che non fa mai male)

Di solito per le immersioni ricreative utilizziamo monobombole da 15 o 18 litri oppure i bibombola da 20 litri.

Volume Bombola (V) X Pressione in BAR (P) = Litri d'aria (nL)

Volume 15 Litri X 50 Bar: 750 nL d'Aria a disposizione
Volume 18 Litri X 50 Bar: 900 nL d'Aria a disposizione
Volume 20 Litri X 50 Bar: 1000 nL d'Aria a disposizione

Considerando che un subacqueo in media consuma 20nL ad 1 BAR di Pressione (ci sono subacquei che per esperienza o capacità fisiche consumano molto meno) e conoscendo la formula per il calcolo dei consumi che è:

Consumo medio (nL) x Pressione Assoluta(P) = Consumo al minuto (Nl)

Si otterrà la seguente tabella di consumi:

9 Metri: 38 nL/Min
6 Metri: 32 nL/Min
5 Metri: 30 nL/Min
3 Metri: 26 nL/Min

Dividiamo il quantitativo di aria (nL a 50Bar) della nostra bombola per il risultato della tabella (magari correggendola con i nostri reali consumi personali) ed otterremo l’autonomia (espressa in Minuti) che avremo.

La matematica non è un opinione! Siamo proprio sicuri di non essere in grado con 50 Bar nella bombola di non riuscire a fare la tappa di rispetto (3 Min. a 5 Metri) o una piccola tappa decompressiva obbligatoria?

Quindi, a conti fatti, perchè questo limite? Questo tabù? Questo dogma?
50 Bar sono il 25% della nostra scorta d’aria in ogni immersione! Perchè sprecarli!!!

2. NON METTERE MAI LA MASCHERA SULLA FRONTE

Spesso si viene redarguiti per questo! Quanti allievi si sono presi dei “cazziatoni” dagli istruttori. Sfido io a non trovarne uno!

Questo perchè? Perchè la maschera sulla fronte ha un chiaro e preciso significato internazionale: “PERICOLO IN SUPERFICIE“.

Maschera sulla fronte = cazziatone dall’Istruttore o, nel peggiore dei casi, allarmare il barcaiolo o altri!

Ho assistito anche a scene di subacquei che si scusavano per questo. Ma perchè scusarsi per un comune e valido atto di buon senso?

Nella maggior parte delle situazioni la fronte è un posto abbastanza, se non del tutto, logico dove posizionare la maschera. Infatti basta solo il movimento di una mano per riposizionare velocemente la maschera sul viso ed il gioco è fatto!

Perchè quindi devo ancora trovare sui manuali di addestramento delle didattiche ricreative ancora questo dogma? Ci sono altri sistemi per indicare un pericolo in superficie e soprattutto ai subacquei non manca la capacità di esprimersi con i gesti. Non è il caso di cambiarlo?

3. IMMERSIONI FUORI CURVA SONO PIU’ PERICOLOSE DI QUELLE IN CURVA DI SICUREZZA

Ogni didattica per immersioni ricreative impone, tassativamente, l’esecuzione delle immersioni in curva di sicurezza. Per andare fuori curva, ovvero per potere effettuare tappe decompressive obbligatorie (indicate sulle tabelle o dai computer subacquei) occorre avere effettuato opportuno corso di apprendimento/addestramento ed essere titolari di opportuno brevetto.

Ci sono didattiche che non ammettono minimamente immersioni ricreative fuori curva e gli Istruttori sono vincolati e soprattutto convinti di questo. Il limite massimo di un’immersione ricreativa è -40 metri di profondità ed in curva di sicurezza.

A me dispiace dovere rompere le uova nel paniere o, utilizzando un gergo subacqueo, far girare le bOlle a qualcuno, ma da studi che ho avuto modo di fare, debbo dire che NON è vero quest’altro dogma. E’ solo un modo per venderti un brevetto in più, oppure per essere sempre conservativi per eventuali postille su contratti di polizze assicurative (le assicurazioni fanno fatica a pagare quando si ha ragione, figuariamoci quando non la si ha), questo per i Diving Center, oppure semplicemente per far dormire tranquilli di notte gli Istruttori. Tutto a scapito del nostro piacere di potere esplorare il fondale marino, standoci il più tempo possibile ma pur sempre in SICUREZZA!

Innanzitutto vi è da dire che OGNI IMMERSIONE E’ DECOMPRESSIVA! La sola risalita a 10 metri al minuto con tappa di rispetto (facoltativa) di 3 minuti a 5 metri è una procedura di DECOMPRESSIONE!

Inoltre, cosa non da poco, i subacquei impiegano una varietà di modelli di decompressione (sia in tabelle che in computer) aventi tutte differenti limiti di non decompressione. Praticamente aventi tutti una curva di sicurezza molto variabile o addiritura adattabile (vedi i computer con i Gradient Factors).

Una molteplicità di modelli…una molteplicità di curve di sicurezza? Quindi quando non si è in pericolo?

E’ più pericoloso iniziare una risalita quando sei stato a -40 metri esattamente per 5 minuti (vedi tabelle U.S. Navy) oppure quando quando il computer ti indica 0 minuti di No Deco Time oppure iniziarla quando sei stato 6 o 7 minuti a -40 metri ed essere in chiara ed evidente situazione di risalita con tappe decompressive (stando alle tabelle o al computer utilizzati)? Io personalmente, analizzando i due esempi, mi sento di andare in zona DECO e poi risalire!!!!

Infatti, dopo recenti studi sulle bolle di gas inerte nei tessuti anche con l’impiego del Doppler, si è accertato che se viene portato al limite un qualsiasi modello decompressivo restando essattamente “a cavallo” della curva di sicurezza (curva di non decompressione) e, a questo punto, si inizia la risalita (rispettando i dettami della risalita senza tappe di decompressione), nella maggior parte dei casi si troverà nei subacquei quello che viene chiamato “stress decompressivo subclinico” rispetto ad altri subacquei che sono rimasti più tempo in profondità e poi hanno iniziato la risalita seguendo il profilo decompressivo imposto dalle tabelle o dal computer utilizzati.

Quindi? E vero che le immersioni fuori curva sono SEMPRE pericolose?

Conclusioni

A questo punto mi fermo. Ci sarebbero a mio avviso altri dogmi da sfatare. Ma attualmente non ho le conoscenze e l’esperienze necessarie per farlo.

La cosa che però mi sento di dire, a coloro che hanno avuto la pazienza e la voglia di leggere questo mio articolo, è di non basarsi sempre su dogmi. La conoscenza è importante! Bisogna sempre rimanere entro i propri limiti fisici e di conoscenza, analizzare tutti gli aspetti ed adottare la soluzione migliore per quella data e singola immersione. Ogni immersione non è mai uguale alle altre (è un pò come nel volo, non esisterà mai un atterraggio uguale ad altri). Briefing sempre! Mai ometterlo! E soprattutto mai immergersi senza SICUREZZA (che sia essa dettata da dogmi o da studi che ognuno di noi ha fatto o dalla esperienza accumulata)!

Pier Paolo "Gus" Liuzzo

Mi chiamo Pier Paolo Liuzzo. Vivo a Tortona, una piccola città in provincia di Alessandria, a metà strada tra Milano e Genova. Pilota di linea ed amante del mare; di quello che conserva e racchiude fra le sue acque.

https://www.gusdiver.com

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